50 anni e dintorni: affrontare un’età di passaggio con consapevolezza

50 anni e dintorni: affrontare un’età di passaggio con consapevolezza

Perché non approfittare di un’età di passaggio per inventarsi

nuovi progetti di vita, nuove modalità di relazione con gli altri?

Abbiamo provato ad esplorare vantaggi e limiti, risorse e prospettive, complessità ed emozioni di un’età ricca di cambiamenti con un approccio

tracciato dai sette Chakra, che ha integrato Hatha yoga e counseling.

Genitori con il cuore

Non solo menopausa

I 50 anni sono un’età di passaggio, il giro di boa della vita.

Nelle donne spesso quest’età è anche accompagnata alla menopausa che è la definitiva interruzione del ciclo mestruale.

Generalmente avvengono molteplici cambiamenti a livello ormonale, fisico e psicologico, che possono presentarsi gradualmente o in modo improvviso. Tra i disagi più frequenti occorre fare i conti con mestruazioni irregolari, cambiamenti nel desiderio sessuale, cambiamenti nell’aspetto fisico, sbalzi d’umore, disturbi del sonno, palpitazioni e dolori alla schiena.

Tutti questi malesseri intervengono in una fase della vita, in cui la donna si trova costretta a doversi riposizionare rispetto al proprio contesto di riferimento: i figli crescono, i genitori invecchiano, il corpo cambia, la relazione di coppia si modifica.

L’approccio classico, prevalentemente impostato sulla medicalizzazione del fenomeno e su un’interpretazione dominata dalla scissione tra mente e corpo, lascia inascoltata la complessità di una crisi di transizione che si svolge nell’intimità della mente e del cuore della donna e che difficilmente raggiunge spazi socialmente condivisi.

Lo yoga come mezzo di ascolto

Nel percorso proposto presso l’Istituto di psicosintesi di Milano, abbiamo guidato le partecipanti, lungo un’esperienza di l’integrazione dell’esperienzialità del counselling psicosintetico e degli insegnamenti dell’hatha yoga, della durata di 7 incontri, ciascuno dedicato ad uno dei 7 Chakra.

Infatti i Chakra collocati lungo la colonna, indicano anche le tappe della consapevolezza, in un cammino che per gli esseri umani inizia comunemente dalla terra per salire verso il cielo, ma che una volta arrivato al cielo ha bisogno della terra per incarnarsi nel quotidiano.

Possiamo dire che il corpo ha bisogno dell’anima per elevarsi e che l’anima ha bisogno del corpo per radicarsi.

Inoltre, i Chakra sono correlati agli elementi cosmici: così la zona coccigea è la radice nella Terra, la zona sacrale e genitale è legata all’elemento Acqua, la zona lombare, con le sue cinque vertebre, corrisponde al Fuoco, le dorsali sono le dodici vertebre dell’Aria,le sette vertebre cervicali lavorano sull’Etere. Diventa allora fondamentale stimolare tutti i Chakra e integrare tutti gli elementi in un armonico processo di maturazione.

Nell’ascesa dei Chakra, dal primo al settimo ovvero dal corpo fisico al corpo etereo, dall’uno al molteplice, è simboleggiata l’evoluzione e la crescita dell’essere umano in stadi di coscienza sempre più evoluti.

Le pratiche yoga proposte, diverse per ogni chakra, ci hanno aiutato a:

– mantenere la flessibilità della colonna vertebrale e saldo l’insieme dei suoi legamenti;

– tonificare la cintura addominale per contrastare l’abbassamento viscerale pelvico;

– rendere sciolte le articolazioni in particolare le coxo-femorali e delle ginocchia;

– ottenere un buon rilassamento muscolare per ottenere un positivo stato mentale ad un lavoro corporeo morbido e più agevole;

– preparare il sistema nervoso al rilassamento e alla meditazione.

Il bello di fare rete

Il percorso proposto ha offerto alle partecipanti la possibilità di condividere – in uno spazio protetto – tutte le paure e i dubbi legati al cambiamento, attraverso il confronto con altre donne, perché fosse possibile abbandonare le difese, prendere consapevolezza delle proprie dinamiche e affrontare al meglio questa fase di transizione.

Lavorare in gruppo ci è servito per condividere tante esperienze:

1. ritrovarsi in un corpo mutato, cui riservare attenzioni diverse

2. ridefinire le relazioni e il rapporto con la sessualità

3. accettare la percezione di una perdita di “efficienza lavorativa” magari in un periodo della vita in cui si è all’apice della propria soddisfazione professionale

4. accettare un riposizionamento rispetto agli equilibri familiari nei confronti dei figli che crescono e dei genitori che invecchiano.

 

E’ stata un’esperienza umana e professionale importante e molto ricca di spunti sia per noi che per le partecipanti che ci ha confermato, ancora una volta, che il lavoro su corpo, mente ed emozioni debbano essere sempre integrati.

 (*) Il percorso 50 anni e dintorni: un nuovo copione è stato proposto da Rossella Cardinale e da Paola M. Gariboldi presso il Centro di Psicosintesi di Milano dall’11 settembre al 6 novembre 2017.
Photo by Filip Filkovic Philatz on Unsplash
Chi è il counselor?

Chi è il counselor?

Molto spesso ci viene chiesto chi è il counselor e cosa fa esattamente.

Il counselor è soprattutto un allenatore di pensieri, un catalizzatore di potenzialità, un contenitore di emozioni.

Il counselor è soprattutto un allenatore di pensieri, un catalizzatore di potenzialità, un contenitore di emozioni.

Il counselor ti insegna a tenere a bada le credenze limitanti (non ce la farò mai) e a trasformarle in idee potenzianti (cosa posso fare per superare questa difficoltà).

Ti aiuta ad affrontare un problema alla volta e a non lasciarti travolgere da pensieri catastrofici (non sono capace di fare niente), per fare pace con gli inevitabili fallimenti, poco vicini alla nostra cultura e reale banco di prova delle tue possibilità di crescita.

 

Il counselor può lavorare anche sul corpo e sulle sensazioni per lasciare che le tensioni si rilassino e la consapevolezza sia libera di concentrarsi nella realizzazione dei tuoi desideri.

Per esempio attraverso alcune pratiche di respirazione (pranayama) è possibile mettere in contatto emisfero destro e sinistro del cervello e consentire una sana contaminazione di creatività e razionalità.

Oppure, attraverso la pratica di alcune semplici asana, l’hatha yoga può insegnare – con un consapevole rilascio della muscolatura che facilita l’allungamento – a non trattenere, a non proiettare sulla postura il desiderio di realizzazione, ma a lasciare che prenda corpo attraverso un agire senza sforzo, un naturale accomodamento a quello che succede.

E’ quel che nel linguaggio comune si intende per “stare con quello che c’è” o “stare nel qui e ora”.

Stare in una posizione scomoda attiva una competenza di accettazione e insegna a convivere anche con il sopravvenire dell’emozione scomoda, laddove la scomodità magicamente svanisce nel momento in cui il corpo si adatta morbidamente, la mente si placa e il respiro diventa calmo e regolare.

 

Il counselor è un catalizzatore di intuizione e immaginazione per attivare nuove visioni

Quando ti senti creativo quali sono le sensazioni che arrivano al corpo?

Puoi percepire leggerezza, energia e entusiasmo, la concezione del tempo cambia, non hai né fame né sete e il sentimento prevalente è quello di un’euforia generalizzata.

Ma la creatività spesso abita un dissidio tra sacro e profano, tra improvvisazione e regolazione.

Prima di procedere nel processo creativo devi soffermarti in una sacca d’ansia da cui origina il balzo intuitivo.

Il punto di equilibrio creativo è una pozione magica fatta del giusto contemperamento di concentrazione, rilassatezza del corpo e della mente (che non deve essere ingombra di pensieri che la distraggano) e apertura verso ciò che arriva.

La creatività è un processo che si nutre di connessioni e si può articolare in 4 passi:

  1. Focalizzare il problema;

  2. Analizzarne le cause;

  3. Trovare soluzioni (siate affamati, siate folli, diceva Steve Jobs);

  4. Agire un piano.

Il counsellor è anche un contenitore di emozioni.

Ti aiuta a disinnescare la paura e gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione dei tuoi progetti. Non lavora sui progetti, ma sulla visione di sé di fronte al progetto.

Il counselor è un ammaestratore di impulsi, facilita il prendere corpo dei desideri arginando lo stra-potere della mente che – attraverso un giudice implacabile – distrugge qualsiasi tentativo di evasione .

La paura è una fedele compagna di ogni viaggio.

Posso invitarla a venire con me, ma non lasciare che si sieda alla guida.

Non devo ucciderla, perché mi sta comunicando qualcosa di importante.

Ma il counselor (soprattutto quello di impostazione psicosintetica) ha uno strumento in più che gli consente di lavorare sulla volontà, come mezzo per trasformare il proposito in progetto attraverso l’attivazione di una volontà rivolta al bene tuo e degli altri, saggia (cioè che guarda oltre) e forte (ovvero senza tentennamenti, ben salda sulle proprie gambe).

La volontà di cui parlo è una volontà senza sforzo, fatta per tenere insieme tutto e agire il cambiamento che già sei, perché sarai TU e solo TU la leva che muoverà il tuo sistema.

Foto gentilmente messa a disposizione da Adriana Baldi.