Quanto siamo capaci di ricominciare?

Quanto siamo capaci di ricominciare?

Una recente indagine presentata sul tema del “Coaching in azienda” da Armando Pintus Katherina Tsalikis in sinergia con Aidp Lombardia, mostra come il coach venga ancora richiesto dalle aziende, prevalentemente per il raggiungimento di obiettivi di leadership (28%) e di performance (17%). Perseguire obiettivi di lavoro sostenibile e ben-essere in azienda richiede, però, l’attivazione di un nuovo modello di pensiero.

Se, come riconosciuto dal WEF (World Economic Forum) l’intelligenza emotiva è tra le 10 competenze più importanti per affrontare l’inevitabile flessibilità richiesta dal mondo del lavoro, è importante attivare un nuovo driver e imparare ad allenare la nostra capacità di ricominciare.

Genitori con il cuore

A settembre, partecipando alla kermesse in Triennale IL TEMPO DELLE DONNE si è parlato molto di restartability, ovvero la capacità di saper ricominciare.

Per qualcuno è una competenza innata, per altri va appresa.

Nella mia esperienza come counselor e come formatrice ho due privilegiati punti di osservazione: 1) seguo prevalentemente donne per aiutarle ad armonizzare la loro mission nella professione e nella vita personale; 2) ho 50 anni e, da qualche anno, ho rimesso anche io in gioco tutta la mia attività professionale per aprirmi a nuovi scenari.

Quindi, presto particolare attenzione ai trend generativi di nuovi posizionamenti, nella vita e nel lavoro.

Imparare a ricominciare è diventata ormai una competenza chiave nel mercato del lavoro. Sia per chi è sul mercato da molto tempo, che per chi ha la necessità di affrontare nuovi scenari, l’incertezza del contesto di riferimento, la richiesta di sempre nuove competenze e la cornice professionale sempre più volatile, rendono necessario affrontare frequenti cambiamenti.

Con l’inserimento dell’Intelligenza Emotiva al 6° posto nella classifica delle competenze vincenti sul lavoro nel 2020, anche il World Economic Forum ha avvalorato un trend che da qualche anno si fa sempre più marcato: in azienda, così come nella scuola ed in ogni contesto familiare e sociale, l’attenzione verso le competenze trasversali non può più essere considerata di importanza secondaria. Mentre ci avviciniamo molto più velocemente di quanto pensiamo nel cuore della Quarta Rivoluzione Industriale, caratterizzata dal protagonismo dell’automazione in tutte le attività umane e dagli straordinari sviluppi dell’Intelligenza Artificiale, diventa ancora più urgente preservare tutte quelle capabilities relazionali che ci consentano di guidare, anziché subire, il cambiamento.

Ma anche nella vita personale, spesso a 50 anni o giù di lì ci viene proprio voglia di cambiare tutto e ricominciare, forse perché sono cambiate le nostre esigenze o semplicemente perché siamo più consapevoli dei nostri bisogni.

Saper ricominciare serve per cogliere nuove opportunità e per uscire da «vicoli ciechi»: per ricostruirsi, bisogna riesaminare i vincoli che pensiamo di avere e capire se siano reali o auto-imposti. Quante volte ci diciamo «questo non lo posso fare perché non ho l’età/non ho l’energia/non ho le conoscenze»?

Alcuni vincoli sono molto reali, ma, se li elenchiamo e li esaminiamo criticamente (magari con l’aiuto di qualcuno che ci aiuta a “vedere”) saremo forse sorpresi di scoprire quanti siano frutto di paure, condizionamenti e pregiudizi.

Potremo allora stupirci di avere a disposizione una capacità creativa e una quantità di energie inimmaginabili, da veicolare verso obiettivi di maggiore soddisfazione per noi e per il contesto in cui operiamo.

Anche le organizzazioni hanno bisogno di risorse umane capaci di riconfigurare il talento organizzativo frequentemente e velocemente. Servono manager in grado di supportare chi deve ricominciare e figure professionali di supporto come (counselor e coach) in grado di attivare in chi già le possiede o di insegnare a chi non le possiede tali competenze.

Questo, a mio avviso, è anche uno degli scenari più promettenti per il futuro di counselor e coach che lavorano in ambito aziendale.

Ma è anche un processo di rivoluzione culturale impegnativo, molto sfidante ma del tutto inevitabile.

Photo by Dan Bucko on Unsplash