
Il paradigma della bellezza: una scelta dell’anima
Il bello plasma le nostre vite in mille modi: stimola la nostra intelligenza, rinforza la nostra salute, modifica le nostre relazioni.
L’attitudine al bello non ha fini. E’ uno stato di apertura dell’anima e una forma di intelligenza, che possiamo apprendere.

“In questo momento della nostra storia nella civiltà occidentale ci troviamo in una situazione entusiasmante e terribile.”
Da una parte siamo connessi al tutto, abbiamo potenzialità immense e la nostra possibilità di conoscenza – grazie alle tecnologie – si è ampliata all’infinito.
Dall’altro, ci aggiriamo per i sentieri del mondo virtuale, inchiodati ad uno schermo e dimenticandoci di noi.
L’anima, desertificata dalle promesse seducenti dei mille mondi possibili, entra in sofferenza e si ammala di vacuità. E allora la bellezza può venirci in aiuto.
Ce lo ricorda Piero Ferrucci nel libro La bellezza e l’anima oggetto del prossimo Aperitivo letterario del 28 febbraio 2018, presso Cafè Bamboo, Milano.
La bellezza è ovunque
Gurdjieff diceva: ricordati di te. Ferrucci dice: ricordati del bello.
La bellezza è ovunque, è gratuita ed è fruibile, al di là di ogni ideologia.
E’ acqua fresca alla portata di tutti, in qualunque momento, ma noi spesso non ci rendiamo nemmeno conto di avere sete e ci dimentichiamo di bere. Il bisogno non soddisfatto di bellezza può portare inquietudine e un sottile senso di inutilità e futilità della nostra esistenza.
Ma allora perché non la cerchiamo attivamente?
Intanto perché siamo talmente inondati di bruttezza che non siamo abituati a cogliere la differenza tra bello e brutto. In secondo luogo perché la bellezza non è una merce che si può comprare, è un’attitudine che va sviluppata.
L’intelligenza estetica
Come esiste l’intelligenza emotiva e l’intelligenza spirituale, di cui abbiamo parlato più volte, esiste anche un’intelligenza estetica.
L’intelligenza estetica ha vari aspetti.
1. E’ connessa con l’ampiezza della propria gamma estetica. Chi è più abituato a percepire il bello, lo percepisce in più situazioni.
2. Ha diversi gradi di profondità. C’è chi si lascia penetrare dalla bellezza fin nel midollo (magari provando emozioni fortissime, come nella sindrome di Stendhal) e chi rimane in superficie.
3. Può essere integrata a diversi livelli. Posso ad esempio lasciare entrare la bellezza attraverso l’ascolto di una musica e di una poesia e da lì connettere il senso del bello ad altri ambiti della mia vita.
Anche Darwin parlò di un senso del bello come di un elemento decisivo per la selezione naturale.
Bellezza è conoscenza
Gli studi sull’intelligenza emotiva hanno ormai conclamato il concetto che le emozioni sono una forma di conoscenza. Se vogliamo applicare questo paradigma all’intelligenza estetica ne deriva che l’osservazione della natura, che Leonardo da Vinci riteneva “maestra dei maestri” ci riporta ad una forma di armonia universale, cui non possiamo che riconoscere la nostra appartenenza.
Possiamo – dunque – immaginare un ordine cosmico di cui tutti noi facciamo inevitabilmente parte e a cui contribuiamo in misura maggiore o minore. L’esperienza del bello diventa essa stessa conoscenza, una forma di conoscenza non fattuale, ma che ci porta al cuore pulsante della vita e ci avvicina all’essenza di ciò che conosciamo.
Quindi la bellezza non è solo un contenitore. E’ anche un contenuto.
Se ci dedichiamo al bello con impegno si attiva in noi un processo che diventa uno stato, un modo di essere, che ha a che fare con la contemplazione. Contemplare il bello significa non andare da nessuna parte, non essere incalzati da nessuno, non essere distratti da nulla.
So-stare in contemplazione di un bel paesaggio e sento che dentro di me c’è molto spazio e tutto il tempo del mondo.
Forse per questo la contemplazione è spesso guardata con sospetto: non viene coltivata, nelle scuole non è insegnata, non viene incentivata, anzi spesso viene punita, perché considerata un’inutile perdita di tempo.
E, invece, può regalarci una forma di conoscenza che nessuna altra esperienza ci riserva. Secondo la tradizione indiana, il bello è dentro di noi . Tutte le suggestioni esterne non fanno che riportarci al bello che è in noi.
Se smetteremo di correre dietro a chimere impossibili, ci renderemo conto che la gioia della bellezza è indispensabile, perché ci consente di entrare in contatto con ciò che noi veramente siamo.