Esistono molte paure culturali che diffidano dallo stato di bisogno e di dipendenza che i bambini esprimono in modo naturale.
In realtà è proprio l’accettazione di questo bisogno che ci consente di accettare noi stessi.

I bambini trattati con amore rispondono con amore
La felicità che proviamo, come genitori che ascoltano il proprio cuore, significa che siamo nel giusto.
La propensione all’aggressività è legata a bisogni non corrisposti.
Quando decidiamo con amore lo facciamo in modo diverso di quando decidiamo con la paura.
Quando manipoliamo i bisogni dei nostri figli e li rendiamo oggetto dei nostri bisogni, trasformando comodità in precetti di vita, rischiamo – senza accorgerci – di metterli a rischio.
Possiamo, invece, scegliere di abbandonarci al mistero delle loro necessità e alle sorprese che porteranno, proprio come ci abbandoneremmo alla meravigliosa esperienza di un nuovo amore.
I bambini trattati con amore, rispondono con amore.
Purtroppo, però, molti di noi sono cresciuti in famiglie dove il modello imperante è quello del controllo.
E anche se alcune di queste parole ci risuonano positivamente, ci chiediamo come sia possibile mantenere in casa ordine e tranquillità, senza punizioni o castighi.
Occorre avere fiducia, imparando a fidarci dei nostri figli.
Impareremo anche noi quanto siamo degni di fiducia.
Non è un compito facile. Ma la vita è grande maestra.
John Hunt nel libro Genitori con il cuore, dimostra come la vita familiare basata sull’empatia, sulla collaborazione e sulla condivisione spontanea porterà una disciplina intrinseca che non ha bisogno di essere imposta.
Tratta un bambino come vorresti essere trattato tu
Immaginiamo di mettere alla prova i metodi disciplinari “classici” sostituendo il marito o la moglie al bambino.
PUNIZIONI CORPORALI. La moglie versa accidentalmente il caffè sulla giacca nuova del marito. Lui la picchia. Lei starà più attenta la prossima volta o lo denuncerà per violenza coniugale?
CASTIGO. Il marito litiga con un ospite. Sua moglie gli dice: “Non è bello litigare così con il tuo amico. Vai nella tua stanza e restaci per mezz’ora”. Il marito diventerà meno litigioso?
E’ evidente da queste trasposizioni quanto siano ridicole le punizioni che siamo stati abituati a mettere in pratica. Invece di chiederci quali regole funzionino con i bambini e quali con gli adulti, sarebbe meglio ricordare la regola d’oro “tratta tuo figlio come vorresti essere trattato”. Che poi vuole semplicemente dire “Stabilisci una relazione empatica con lui”.
Per la nostra crescita umana è necessaria la relazione: l’empatia è la capacità di comprendere lo stato d’animo dell’altro in modo immediato, senza comunicazione verbale.
L’empatia è un processo: essere con l’altro.
E’ l’egocentrismo di noi adulti spesso impedisce l’empatia. I bambini hanno bisogno di essere al centro dell’attenzione. Hanno bisogno di amore incondizionato.
Invece, molto spesso, assistiamo a comportamenti di genitori che chiedono prima di tutto di essere visti loro, come persone.
La fiducia è la prima esperienza che facciamo. Non sappiamo che genitori ci arrivano, ma ci fidiamo. Se incontriamo persone armoniche, positive e autentiche tenderemo ad imitarle e così faranno i nostri bambini.
Perché rispondere ad un bambino che piange
L’unico modo che un bimbo piccolo ha per comunicare un disagio è piangere. Se quando sorride riceve una risposta positiva, mentre quando piange viene ignorato, il bimbo riceve il messaggio distruttivo che le emozioni negative non sono accettate e che può essere accudito solo se è contento. E’ impossibile per un bambino capire che i suoi sentimenti negativi saranno accolti solo quando sarà abbastanza grande per esprimerli razionalmente. Di fatto anche per molti adulti è difficile esprimere in modo adeguato la rabbia, la tristezza o altre emozioni.
La rabbia ignorata e repressa si accumula negli anni fino a quando il bambino, abbastanza cresciuto per non temere punizioni fisiche, la scarica in età adolescenziale.
Il principio psicologico che “la frustrazione porta all’aggressività” risulta più che mai evidente nella ribellione dell’adolescente.
Un genitore che si chieda se rispondere o no al pianto di un bambino, pensi a quale sarebbe la sua reazione nella medesima situazione. Quando un bambino impara dall’esempio dei suoi genitori che è giusto ignorare il pianto di un neonato, tenderà a trattare i suoi figli nello stesso modo. La condizione di genitori inadatti si tramanda di generazione in generazione fino a che qualche evento esterno interverrà a modificare quel modello.
Su questo la consapevolezza può fare molto.
La psicosintesi ci suggerisce un modo per comprendere quando a parlare al posto nostro ci siano degli abiti mentali, le subpersonalità, che fanno parte di noi ma non sono noi.
Potrebbe, per esempio, parlare al nostro posto, la sub-personalità di nostra madre o di nostro padre che, attraverso abitudini e comportamenti appresi è diventata parte integrante del nostro modo di manifestarci.
Ma quella manifestazione è un accidente, non la nostra sostanza.
La nostra sostanza, il nostro vero io può imparare ad essere osservatore consapevole di questo automatismo, interrompendolo al momento giusto.
Solo comprendendo che siamo stati progettati in un certo modo, ma che è nostra facoltà rivedere quel meccanismo per renderlo più in linea con il nostro vero scopo, con la missione per cui ci è stata donata la preziosa vita di cui siamo portatori, potremo stare bene con noi stessi e con gli altri e imparare a donare e a ricevere amore.
Vecchi e bambini
Esiste una sorprendente similitudine tra bambini e anziani, in relazione alla discriminazione che la società spesso attua nei loro confronti, perché non sono meccanismi “perfettamente funzionanti”.
I più piccoli e i più anziani spesso non sono autosufficienti in molte delle loro necessità fisiologiche e hanno bisogno di ricevere un aiuto rispettoso.
Bambini e vecchi spesso vengono criticati per cose che non sono in grado di controllare e per le quali meriterebbero comprensione.
L’anziano non va colpevolizzato per la sua fragilità, così come il bambino non va ridicolizzato per cose che non ha ancora imparato a fare.
La società non è orientata ai loro bisogni. Entrambi vedono messe da parte le loro necessità se interferiscono con quelle degli altri. Quando bambini e anziani danno voce alle loro idee, difficilmente ricevono attenzione.
E’ come se ci si aspettasse che i bambini stessero al loro posto senza disturbare e gli anziani svanissero senza chiedere niente.
Dobbiamo liberarci dall’influenza di un certo funzionalismo produttivo e ricominciare a rispettare tutti gli esseri umani (e non) guardandoli come anime.
Ricordiamoci che nella tradizione secolare della reincarnazione, l’anima antica è quella che si è già reincarnata parecchie volte e porta sulla terra la sua esperienza millenaria.
Aperitivo letterario 6 aprile 2016
Note a margine di Jan Hunt, Genitori con il cuore. I bambini si comportano così come vengono trattati, Il leone verde presso Caffè Bamboo, Via Marcona 6 Milano
Foto gentilmente concessa da Adriana Baldi