Mente, corpo ed emozioni sono inscindibilmente collegati. Se il counseling e la formazione comportamentale aiutano a prendere consapevolezza delle proprie risorse e a tradurre la progettualità in comportamenti concreti e sostenibili nel tempo, lo yoga fa lavorare sul corpo, per lasciare che le tensioni si rilassino e la consapevolezza sia libera di concentrarsi nella realizzazione dei desideri.

Genitori con il cuore

C’è stato un momento della mia vita professionale in cui è stato inevitabile cambiare percorso: lavoravo in azienda da oltre 20 anni con discreta soddisfazione, ma sentivo che non stavo utilizzando le mie risorse nella direzione di maggior realizzazione del mio potenziale. Già da diversi anni praticavo yoga e sentivo che in quella pausa del pensiero che mi regalavo, era condensata la possibilità di entrare in contatto con una parte di me autentica e vorace, che richiedeva la mia completa attenzione.

E così ho cominciato a ri-creare una vita professionale su misura per me, da una parte lavorando sugli strumenti di cui avevo bisogno per diventare una brava formatrice sui temi dell’intelligenza emotiva e una counselor professionista presente e preparata, dall’altra, portando nella mia vita la pratica di insegnamento dell’Integral yoga.

In una visione olistica dell’essere umano, mettere insieme formazione, counseling e yoga è stato, quindi, per me, naturale e inevitabile, poiché sono tutti strumenti per facilitare la relazione con sé stessi e con gli altri.

Mente, corpo ed emozioni sono inscindibilmente collegati. Se il counseling e la formazione comportamentale aiutano a prendere consapevolezza delle proprie risorse e a tradurre la progettualità in comportamenti concreti e sostenibili nel tempo, lo yoga fa lavorare sul corpo, per lasciare che le tensioni si rilassino e la consapevolezza sia libera di concentrarsi nella realizzazione dei desideri.

Per esempio, attraverso alcune pratiche di respirazione (pranayama) è possibile mettere in contatto emisfero destro e sinistro del cervello e consentire una sana contaminazione di creatività e razionalità.

Le pratiche di rilassamento guidato (Yoga Nidra) sono formidabili antidoti allo stress, cui siamo costantemente sottoposti, e ci aiutano a recuperare energia in pochi minuti.

Oppure, attraverso la pratica di alcune semplici asana, l’hatha yoga insegna il consapevole rilascio della muscolatura che facilita l’allungamento e a non trattenere, a non proiettare sulla postura il desiderio di realizzazione, ma a lasciare che prenda corpo attraverso un agire senza sforzo, un naturale accomodamento a quello che succede.

E’ quel che nel linguaggio comune si intende per “stare nel qui e ora”.

Sono esercizi da praticare con il corpo, ma che collegano inconsciamente con la possibilità di restare concentrati sui propri obiettivi e di fidarsi, in qualunque situazione.

Stare in una posizione scomoda attiva una competenza di accettazione: la scomodità magicamente svanisce nel momento in cui il corpo si adatta, la mente si placa e il respiro diventa calmo e regolare.

La pratica yoga, oltre a portare innumerevoli benefici al corpo può aiutarci a contenere le emozioni e a disinnescare la paura e gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione dei nostri progetti.

Naturalmente queste visioni non ci mettono al riparo dai fallimenti, non ci donano poteri magici, non ci trasformano in persone diverse, ma ci educano a collaborare con l’inevitabile e ad entrare in contatto profondo con le leve che muovono il nostro sistema di credenze e desideri. L’intera disciplina dello Yoga si basa, infatti, sull’attivazione del Dharma, la tendenza innata (e purtroppo spesso dormiente) dell’uomo ad andare verso la sua essenza profonda, verso l’Autorealizzazione. Il termine stesso di yoga, nasce dalla radice sanscrita “YUJ” ossia “mettere assieme”, “unire”, ha il significato di “integrazione“. Lo Yoga è dunque la “disciplina del silenzio” con cui l’essere tutto si ricongiunge a sé stesso ritrovando autenticità, calma e chiarezza mentale.

Daniel Goleman, padre delle teorie sull’Intelligenza emotiva nel 1986 pubblica un articolo sul New York Times dal titolo Relaxion: surprising benefits detected in cui si cominciano a delineare i benefici di una pratica costante di tecniche di rilassamento corporeo e di pratica yoga dolce per il miglioramento dello stato psico-fisico in pazienti affetti da alcune patologie (soprattutto cardio-vascolari e respiratorie).

“I vantaggi medici – dice – non derivano da normali attività rilassanti, come il giardinaggio, ma da tecniche intensive che consentono alle persone di evocare uno stato fisiologico specifico”. “Stare seduti in silenzio o, ad esempio, guardare la televisione, non è abbastanza per produrre i cambiamenti fisiologici (…) è necessario utilizzare una tecnica di rilassamento che spezzerà il treno del pensiero quotidiano e diminuirà l’attività del sistema nervoso simpatico”.

Ancora più avanti va il lavoro di Jon Kabat-Zinn, professore di medicina presso la University of Massachusetts e ideatore del “protocollo Mindfulness”, che, utilizzando tecniche di meditazione profonda e di allenamento alla consapevolezza, riporta una netta diminuzione del dolore e dei sintomi correlati in pazienti in cura con la terapia del dolore. Più recentemente le applicazioni della Mindfulness si sono estese all’ambito educativo e organizzativo come proposta di un vero e proprio stile di vita più orientato al benessere, in quanto più consapevole.

Ma nell’ambiente di lavoro quali possono essere i benefici di una pratica costante di yoga e meditazione?

Nel parleremo giovedì 7 marzo 2019 nel corso dell’evento Energia e benessere in ufficio Gestire lo stress e migliorare la concentrazione con l’Integral Yoga, organizzato con Aidp Lombardia (Associazione Italiana per la direzione del personale), con il Centro Integral Yoga Shanti di Milano, e con la partecipazione di Nutrimente Onlus.

Basti qui anticipare che la pratica dell Integral Yoga nelle organizzazioni migliora la qualità della vita e delle relazioni, perché attiva:

– miglior controllo di impulsi ed emozioni, contribuendo a creare un clima aziendale maggiormente orientato all’ascolto e al non-giudizio;

– condivisione di spazi neutri dove cementare le relazioni di team e stare in armonia;

– aumento delle capacità di concentrazione e di problem solving;

– miglioramento della postura e dell’equilibrio psico-fisico con innumerevoli vantaggi sul sistema muscolare, cardio-vascolare e respiratorio.

Anche le nuove teorie sulla leadership ispirazionale (U-theory di Otto Scharmer) pongono, tra i requisiti indispensabili per consentire alle organizzazioni di produrre benessere e innovazione tre qualità fondamentali:

1. Una mente aperta, ovvero la capacità di sospendere il giudizio;

2. Un cuore aperto, ovvero la capacità di connettersi alle possibilità di sviluppo evolutive del sistema e di indirizzare l’attenzione da sé agli altri;

3. Una volontà aperta, ovvero la capacità di lasciar andare quel che non serve e di lasciarsi ispirare da quel che arriva.

Per attivare queste qualità occorre aprirsi ad un nuovo mind-set di competenze che consentano al leader prima di tutto di coltivare in sé e, poi, di trasmettere agli altri l’attitudine a stare in ogni processo, prestando attenzione alla propria attenzione e così di intercettare le spinte evolutive del futuro emergente in una direzione co-creativa, etica e sostenibile del business.

E l’integral yoga è un ottimo allenamento per questo.

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